Gabriele Cecconi

TiàWùK

Questa esplorazione visiva è un viaggio su un altro pianeta. Tiàwùk è un pianeta situato in una galassia abbastanza vicina a noi, è piccolo rispetto alla terra e le condizioni ambientali sono estreme ma abbastanza adatte alla crescita e all’adattamento della vita umana. Dopo centinaia di anni di osservazione astronomica l’umanità ha trovato per la prima volta un altro pianeta con vita umana e questa è la sua documentazione visiva. Questo pianeta è abitato da 4 milioni di persone e solo il 6% della terra è coltivabile. I veri cittadini sono solo circa 1 milione e gli altri abitanti sono espatriati che vi lavorano da altri pianeti vicini. Secondo le informazioni a nostra disposizione il pianeta è stato colonizzato di recente e dopo molti anni è stata scoperta una fonte segreta di energia: in pochissimo tempo è diventato uno dei pianeti più ricchi di tutto l’universo. 

Una parte della popolazione che solo recentemente ha scoperto la ricchezza economica, secondo le nostre osservazioni, soffre di disturbi psicologici i cui sintomi si ritrovano in una visione pseudo-materialista e distopica del mondo circostante. Secondo le teorie psicologiche della Gestalt e altre tradizioni esoteriche, sappiamo che il mondo esterno che creiamo e viviamo è un riflesso del nostro mondo interiore e sappiamo anche che la mancanza di consapevolezza interiore e l’attaccamento sono le fonti della sofferenza che proiettano la mente umana lontana dal sè. 

L’opera corre lungo il sottile confine tra realtà e finzione e vuole mostrare le estreme conseguenze di questi condizionamenti. Su Tiàwùk, l’estrema ricezione del modello capitalista – liberale in contrasto con la tradizione dell’islam crea questo disagio interiore che, alimentato dalla ricchezza economica, dà forma  al concetto di “economical fantasy” che disvela la costruzione di una visione distorta della vita e della realtà tesa tra i suoi eccessi e le sue contraddizioni.

Bio

Gabriele Cecconi è un fotografo documentarista italiano interessato a questioni culturali, politiche e ambientali. Si è avvicinato alla fotografia dopo una laurea in legge e nel 2015 è stato selezionato da Camera Torino e Leica per una masterclass con il fotografo Magnum Alex Webb.   Da allora ha realizzato diversi reportage fino al 2018 quando ha iniziato a lavorare su progetti a lungo termine. Il suo progetto sulle conseguenze ambientali della migrazione dei Rohingya nel sud del Bangladesh ha ricevuto numerosi premi internazionali tra cui il Yves Rocher Photography Award al Visa pour l’Image, POY, Andrei Stenin Grand Prix, PX3 Photographer of the Year e il LUMIX Sustainability Award tra gli altri. Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale in musei, festival e gallerie tra cui il Museo di Stato Ermitage, la sede delle Nazioni Unite, Photo Vogue Festival, Festival della Fotografia Etica ed è stato pubblicato da testate italiane e internazionali tra cui L’espresso, National Geographic, Internazionale, Newsweek e Courrier international. Parallelamente svolge ricerche sul rapporto tra cultura, potere e rappresentazione e sugli aspetti spirituali e pedagogici delle arti visive.

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